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L’E-commerce tra identità digitali, sicurezza, eredità digitale

 

Da un anno a questa parte la presenza di servizi digitali nelle nostre vite è in netto aumento e i nostri profili si sono moltiplicati: sempre più applicazioni, infatti, sono accessibili tramite internet e ci consentono di utilizzare i servizi di email e homebanking, i social network, i siti di informazione, le piattaforme di gaming, l’e-commerce e altro ancora.

È proprio agli acquisti online che la pandemia ha messo il turbo nel 2020, come evidenzia l’Osservatorio “The world after lockdown” realizzato da Nomisma e CRIF, che analizza l’andamento dell’e-commerce nel 2020 e l’impatto della pandemia COVID-19 sugli stili di vita degli Italiani.
La nuova smart attitude ha influenzato le abitudini di acquisto dei consumatori dando una forte accelerata al trend dello shopping online.
Complessivamente, considerando tutti i beni di largo consumo, l’abbigliamento, l’elettronica e tutti gli altri beni semi-durevoli (elettrodomestici, giocattoli, casalinghi, arredo ecc.), il 70% degli italiani tra 18 e 65 anni ha effettuato almeno un acquisto online nell’ultimo anno.
Se vengono considerati invece i soli prodotti del Largo Consumo Confezionato (alimentari e bevande, prodotti per la cura della casa e l’igiene della persona, pet care ecc.) acquistati su tutti i canali digitali, gli acquirenti online ammontano a oltre 19 milioni.
Ma la pandemia ha fatto impennare anche le vendite online degli altri prodotti, consolidando un trend già in atto: 1 italiano su 4 ha aumentato (di oltre il +5% rispetto al 2019) la spesa per i prodotti non food sui canali digitali: informatica ed elettronica, con il 48% di acquisti, è stata la categoria più frequente.


Ricordiamo tuttavia, che occorre prestare la massima attenzione affinché lo shopping online sia sicuro, e per questo si dovrebbe intanto diffidare delle offerte troppo allettanti, con sconti inverosimili, e verificare i contatti del venditore per accertarsi che non si tratti di una truffa.
Inoltre, è importante usare una password forte e diversa per ogni sito di e-commerce e controllare che il sito sia sicuro (lo è se è presente l’icona di un lucchetto e l’indirizzo è preceduto da “https”). Dopo l’acquisto, infine, si devono tenere sotto controllo i conti in modo da agire tempestivamente in caso di movimenti sospetti.
Altre raccomandazioni sono: non prestare la carta che utilizziamo per fare acquisti online; custodire gelosamente il nostro PIN senza comunicarlo; attivare il servizio di avviso di sms dalla banca per i prelievi e i pagamenti; diffidare dalle reti wi-fi aperte in cui potrebbero essere intercettati i nostri dati; non dare seguito alle mail che chiedono codici di accesso e credenziali.

Ma cosa succede ai profili che utilizziamo per fare acquisti online (e ai nostri dati) in caso di decesso dell’utente? Il quadro è piuttosto complicato e diversificato, anche perché l’apparato legislativo non riesce a rispondere con altrettanta velocità all’ultima accelerazione tecnologica.
In Italia, come negli altri paesi dell’Unione Europea, in materia di protezione dei dati personali è in vigore il GDPR 2016/679 (GDPR sta per General Data Protection Regulation) che, però, non è applicabile alle persone decedute (articolo 27). Su questo punto, in Italia, il GDPR è integrato dal decreto legislativo 101/2018, che dice che i diritti relativi ai dati personali di persone defunte “possono essere esercitati da chi ha un interesse proprio, o agisce a tutela dell’interessato, in qualità di suo mandatario, o per ragioni familiari meritevoli di protezione”.
La procedura, però, non è lineare e, in assenza di normative chiare e vincolanti, ogni servizio agisce secondo le proprie regole, per questo informarsi prima di utilizzare qualsiasi servizio online è fondamentale.

Davanti alla complessità e alla delicatezza di questi temi, stanno aumentando le aziende che offrono servizi di gestione della cosiddetta “eredità digitale”, con o senza valore di mandato legale. In pratica permettono di riunire tutti i propri profili con i relativi dati di accesso, per poi passarli a una persona designata dall’utente al momento del suo decesso.

Che si considerino i propri profili come qualcosa di valore da trasferire a una persona di fiducia o semplicemente come servizi da chiudere quando non ci saremo più, anche in questo caso fare scelte consapevoli è importante.

 

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